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Faq

F.A.Q.

Frequently Asked Questions

Spesso i pazienti ci riferiscono di avere subito l’estrazione di un dente perché questo aveva un granuloma. Oggi si può risolvere il problema eseguendo semplicemente un corretto trattamento endodontico, ovvero una devitalizzazione. Una corretta devitalizzazione, o una nuova devitalizzazione, detta ritrattamento, sono in grado di far guarire il paziente da un “granuloma” in una percentuale che va dall’83% fino quasi al 100% dei casi. A questi va aggiunta la percentuale di casi che, non guariti con la “devitalizzazione” o con il “ritrattamento” possono essere risolti con un ulteriore trattamento chirurgico detto “apicectomia”. Per avere una certa sicurezza di ottenere un buon risultato, in ogni caso, ci si deve affidare ad uno staff di comprovata esperienza e con tutti gli strumenti necessari per risolvere il problema.

“Perché un dente devitalizzato fa ancora male?” ci chiedono spesso i nostri pazienti che si presentano con questo problema. Il più delle volte la risposta sta in un trattamento endodontico poco accurato, eseguito senza rispettare i requisiti di un buon isolamento del campo operatorio, nella mancata pulizia dei canali presenti nella radice del dente, o nel mancato trattamento di interi canali “dimenticati”. Una nuova devitalizzazione (detta “ritrattamento”), rispettosa dei principi della moderna Endodonzia, eseguita da operatori esperti e con i mezzi più moderni, può essere quasi sempre in grado di risolvere il problema.

La rottura di uno strumento all’interno di un canale è un evento relativamente raro ma spesso risolvibile. Il problema non sta nella presenza dello strumento all’interno del dente, ma dal fatto che questo può impedire la completa pulizia del canale. Se si può superare lo strumento passandogli a fianco o pulendo il canale passando per altre vie, il problema è già risolto. In caso contrario si dovrà rimuovere lo strumento, ma per fare questo occorrono esperienza e strumenti come il microscopio operatorio. In qualche caso, come ad esempio uno strumento rotto al termine o fuori dall’apice della radice, si può risolvere la situazione con un intervento chirurgico (apicectomia).

La sinusite può far seguito a problematiche di ambito otorino, come allergie o problemi strutturali, ma talvolta è conseguenza di una malattia dentale che si diffonde al seno mascellare. Secondo alcuni autori l’origine dentale (la cosiddetta “sinusite odontogena”) ha una frequenza superiore al 50% dei casi e può essere dovuta ad una infezione delle radici del dente che si diffonde attraverso l’apice al seno mascellare. In questi casi l’intervento dell’otorino non solo non produce alcuna guarigione, ma può addirittura complicare la situazione, mentre l’intervento del dentista se correttamente eseguito, può essere rapidamente risolutivo.

La devitalizzazione o il ritrattamento, per quanto ben condotte, non sempre portano alla scomparsa del granuloma e alla risoluzione del dolore del paziente. In questo caso il dente può essere guarito rimuovendo chirurgicamente la lesione e la parte di dente con l’infezione. Durante questa operazione, il dentista provvede anche a ripreparare il canale e a sigillarlo con materiali particolarmente efficaci nell’impedire il passaggio dei batteri e una nuova infezione. Se preceduto da un corretto ritrattamento, questo approccio, soprattutto se eseguito da un operatore esperto sotto controllo del microscopio operatorio, è in grado di garantire quasi sempre la guarigione dell’infezione.

Talvolta la lesione può non essere un granuloma ma una cisti, che può essere anche di dimensioni molto grandi. Talvolta l’origine di questa cisti può non essere dovuta ad una infezione del dente, ma legata ad altri motivi. Spesso, durante l’intervento per la rimozione della cisti, si decide di rimuovere anche i denti che sono collegati ad essa, ma questo produce gravi complicanze per la successiva riabilitazione dell’area. La nostra equipe chirurgica, composta da un chirurgo maxillo-facciale e da un chirurgo endodontista, è in grado di rimuovere la cisti senza estrarre i denti coinvolti, effettuando le corrette terapie per garantirne il mantenimento nel tempo.

Per-Ingvar Branemark, il padre della moderna implantologia, sosteneva che “Un impianto non sostituisce un dente, ma un dente mancante”. Per molti anni molti dentisti hanno tolto denti risanabili per sostituirli con impianti, spesso per una loro scarsa competenza nella risoluzione dei problemi endodontici dei denti. Tuttavia, anche se un impianto può avere una durata molto lunga nel tempo, non potrà mai essere valido come un dente naturale. La decisione di estrarre un dente per sostituirlo con un impianto non può essere legata alla capacità di un dentista di proporre una corretta terapia, ma segue precisi protocolli basati sulla valutazione del tessuto di sostegno del dente e della sua struttura residua. Come riportato da Torabinejad, al termine di un articolo sulla valutazione del successo degli impianti a confronto con il mantenimento del dente: “sostituire con un impianto un dente che potrebbe essere salvato è una violazione etica uguale a voler salvare un dente che deve essere estratto”.

Talvolta capita che il paziente riferisca un dolore ad un dente dove nessuna terapia sia stata in grado di risolvere il problema. In questi casi il dolore è “riflesso” e può derivare da problemi gnatologici, neurologici o muscolari. In questi casi solo un’analisi multispecialistica, eseguita da uno staff di professionisti con competenze di elevato livello, può essere in grado di diagnosticare l’origine del dolore, primo passo per la risoluzione corretta del problema.

Oggi la moderna odontoiatria si avvale di strumenti sempre più avanzati per la diagnosi e la cura delle malattie della bocca. Il nostro studio è da sempre all’avanguardia nelle nuove tecnologie. Il dottor Ambu, con la sua esperienza ormai ventennale, è stato uno dei primi microscopisti Italiani e siamo stati uno dei primi ambulatori italiani ad installare ed utilizzare la radiologia odontoiatrica tridimensionale (fin dal Maggio 2008). Abbiamo inoltre il laser a diodi, che utilizziamo per tutte le indicazioni che abbiano una reale valenza scientifica comprovata dalla letteratura, utilizziamo i dispositivi per la piezo-chirurgia e i programmi per la chirurgia implantare computer-guidata.

A volte gli spessori dell’osso residuo non consentono l’inserimento di impianti osteointegrati. Oggi sono a disposizione degli operatori tecniche per aumentare sia lo spessore che l’altezza dell’osso che dovrà accogliere gli impianti, sia per migliorare la qualità della gengiva che dovrà circondare l’impianto. Inoltre sono disponibili impianti con caratteristiche sempre più performanti per risolvere situazioni problematiche. Anche in questo caso, l’esperienza e la preparazione dell’operatore e la possibilità di programmare l’intervento con i più recenti dispositivi (come la radiologia tridimensionale odontoiatrica – CBCT) sono fattori determinanti per la garantire la buona riuscita dell’intervento.

Una dentiera “che balla” è un disagio che limita la vita sociale del paziente. Oggi abbiamo molte soluzioni, da due impianti di piccole dimensioni ai quali ancorare la protesi fino a riabilitazioni complete che possono garantire una riabilitazione “fissa” in poche sedute grazie alla radiologia tridimensionale e alla programmazione implantare computer-guidata, che possono eliminare per sempre il fastidio di “una dentiera che si muove”.

Alitosi, gengive che sanguinano, denti che mostrano una mobilità esagerata sono segni che indicano la malattia parodontale. Spesso questa è dovuta a cattive abitudini quali fumo, consumo di alcolici, scarsa od errata igiene orale. Anche se spesso si sentono promettere risultati mirabolanti di nuovi tipi di terapie, l’andamento della malattia si può spesso bloccare con una attenta gestione dell’igiene, sia professionale che domiciliare, così come miglioramenti significativi si possono ottenere, qualora necessari, con interventi di chirurgia rigenerativa o resettiva. Nel trattamento della malattia parodontale, più che in altre condizioni cliniche, è importante affidarsi a professionisti esperti e a applicarsi quotidianamente al mantenimento domiciliare dei risultati ottenuti..

I denti davanti (frontali superiori e inferiori) sono i primi ad essere osservati e valutati, quando si sorride ed a creare un problema estetico quando non sono in armonia con la bocca. Possono essere cariati, troppo piccoli, troppo grandi, possono avere un brutto colore oppure mal posizionati. A seconda del caso, si proporranno diverse terapie.

Una otturazione molto estesa (detta onlay/overlay) è sicuramente la terapia ideale perché permette un “risparmio biologico” del tessuto dentale. Ovviamente il tuo dentista valuta la presenza di alcuni parametri che consentano la robustezza e la longevità del ripristino estetico e funzionale del dente. Viceversa, se la corona rimasta (parte esterna del dente) non garantisce più il supporto adatto, la “capsula” sarà la scelta più corretta.