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Diverse branche dell’Odontoiatria (conservativa, protesi e parodontologia) rispondono con successo all’esigenza sempre crescente di curare il proprio aspetto, anche quello del proprio sorriso, soprattutto se pensiamo ai denti anteriori.

I nostri denti possono cambiare colore per diversi fattori (fumo, abitudini alimentari, età, assunzione di farmaci in età pediatrica, trattamenti endodontici non corretti, ecc.). Attualmente, seguendo delle accurate tecniche di sbiancamento dentale si ottengono ottimi risultati nella maggior parte dei casi.
Due sono le tecniche principali di sbiancamento: trattamento “alla poltrona” e trattamento “domiciliare”.

Secondo quanto riporta la letteratura, il risultato finale è indipendente dalla metodica utilizzata, ciò significa che possiamo ottenere un buon risultato estetico con entrambe le tecniche di sbiancamento dentale. Con il trattamento alla poltrona, però, possono verificarsi effetti collaterali quali elevata ipersensibilità dei denti, un cambiamento di colore non uniforme e un riassorbimento cervicale (cioè un anomalo consumo di tessuto dentale che forma cavità sempre più aggressive per la radice dentale).

Al contrario, i vantaggi del trattamento di sbiancamento domiciliare sono diversi, primo tra tutti il fatto che questa tecnica sia ben nota dal punto di vista scientifico. Inoltre garantisce buoni risultati, pochi effetti collaterali utilizzando sostanze poco concentrate, quindi meno aggressive per lo smalto. Tra gli svantaggi va sottolineato che necessita della collaborazione del paziente a casa, di tempi medio-lunghi (3 settimane circa) e di un maggior numero di sedute di controllo (una volta alla settimana in ambulatorio).

Le resine composite sono state introdotte in odontoiatria fin dagli anni 70, in sostituzione dell’amalgama d’argento (“otturazioni scure”). Sono più estetiche e permettono di conservare una maggiore quantità di dente sano, biomeccanicamente più comparabili alle strutture dentali. Soddisfano in modo eccellente le esigenze estetiche del paziente, perché dispongono di un’ampia scala colore che permette alla ricostruzione di “mimetizzarsi” al tessuto dentale residuo. Possono essere utilizzate per il restauro dei denti anteriori e posteriori.

Le faccette estetiche sono sottili “lamine” di ceramica integrale che vengono cementate sulla parete esterna del dente, soprattutto nel settore frontale. Rispondono in maniera efficace al concetto di “odontoiatria minimamente invasiva”, perché sacrificano poca o addirittura alcuna sostanza dentale. Si eseguono quando il dente è discromico (brutto colore), molto ma non totalmente distrutto, è mal posizionato, ha dei difetti di forma o di volume.

E’ inoltre possibile correggere il profilo gengivale in quei pazienti che hanno un sorriso disarmonico dovuto ad un’alterazione o a una disarmonia del livello delle gengive, con dei trattamenti parodontali mirati.